Aceto Vr Acido citrico- qual è il più sostenibile?

aceto verso acido citrico

Premessa: tutte le sostanze acide sciolgono le incrostazioni di calcare.
Il calcare è essenzialmente carbonato di calcio e, quando è posto a contatto con una sostanza acida, avviene una reazione chimica, dove si forma un sale e un’effervescenza, ovvero l’anidride carbonica che se ne va via.

Quindi, per disincrostare il bollitore, la brocca d’acqua, i sanitari, ecc. possiamo certamente usare sia l’acido citrico che l’aceto.

Ma in chimica, anche un solo atomo di diversità tra due molecole, può portare a caratteristiche e comportamenti molto diversi tra due sostanze.

Quindi, quale ci conviene usare in termini di efficacia, impatto ambientale, sostenibilità, etica, salute e costo?

Aceto o acido citrico?

L'aceto è molto facile da reperire, fa molto pulizia eco-bio-vegan-green, lo mangiamo pure, che male potrà mai fare?

Il punto non è se fa male, ma se è sensato usarlo.
L’aceto contiene il 3-5%  di acido acetico (è lui che scioglie il calcare). Il resto è acqua e poco altro, che non serve a nulla. Questo vale per tutti gli aceti: di vino, di mele, bianchi, rossi, di alcool.

Inoltre l’aceto viene venduto solitamente in bottiglie di vetro.

L’acido acetico è una sostanza anche piuttosto aggressiva nei confronti dell'acciaio, per esempio del lavandino o del cestello della lavatrice, dove appunto viene spesso utilizzato come scioglicalcare.

La sua azione corrosiva sulle superfici di acciaio, può portare in soluzione il nichel, un metallo pesante spesso responsabile di dermatiti o sensibilizzazioni. Se qualcuno è allergico al nichel e non usa i guanti usando l’aceto (perché pensa che essendo naturale sia totalmente innocuo) avrà brutte sorprese.

Dall’analisi dell'acqua di scarico delle lavatrici in cui viene usato aceto, si evidenzia la presenza di metalli pesanti, significa che piano piano viene corroso l’acciaio (del cestello per esempio).

L’acido acetico è anche aggressivo verso i materiali plastici, per esempio il PVC, spesso presente nelle componenti degli elettrodomestici o nelle tubazioni.

Nel sito della Commissione Europea c'è una DID List (Detergent Ingredients Database) in cui si valuta la tossicità e degradabilità di moltissime sostanze. I valori della DID list devono essere inseriti in un algoritmo di calcolo, con cui misurare esattamente il valore di impatto ambientale e cioè il “volume critico di diluizione” della sostanza. In pratica, posso conoscere la quantità di acqua, espressa in litri, necessaria affinché la sostanza in questione non dia problemi di tossicità (acuta e cronica) agli organismi acquatici. Per l'acido acetico ci vogliono circa 1666 litri di acqua (per l’acido citrico ne servono 31).
Sulle bottiglie di aceto ovviamente non ci sono indicazioni di attenzione all'impatto ambientale (come avviene per i detersivi) ma il motivo è ovvio: è un alimento, ci sono indicazioni che rispettano la normativa vigente degli alimenti, non dei detersivi.

E a proposito di detersivi: in molti detergenti veniva sottolineata la presenza di aceto come ingrediente importante, per evidenziare l'efficacia del prodotto. Ora la dicitura è pressoché sparita. Il motivo è semplice: usare aceto come unico principio attivo è vietato dalla normativa vigente, perché non è una sostanza registrata al REACH (un regolamento dell’UE che si occupa di «registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche»).

Queste indicate sono le caratteristiche dell’aceto, e quindi:

è sostenibile usare un prodotto di cui il 95% non serve a nulla e si butta?
è conveniente usare un prodotto attivo solo al 5% (ma che pago tutto ovviamente)?
è sostenibile utilizzare un prodotto efficace solo al 5% ma che viene trasportato in pesanti bottiglie di vetro, con conseguente aumento dei costi energetici?
è salutare usare una sostanza che mobilizza facilmente il nichel responsabile di allergie?
è conveniente e sostenibile curare la dermatite, spendere soldi in dermatologi e creme a seguito dell’uso inappropriato dell’aceto?
è sostenibile ricomprare la lavatrice o la lavastoviglie o cambiare i tubi rovinati dall’aceto?
è sensato scegliere una sostanza per sciogliere il calcare che impatta 53 volte più di un’altra?

 

Ognuno farà le sue valutazioni ovviamente.
Vedendo magari come si comporta l’acido citrico.


L’acido citrico è anch’esso alimentare, lo troviamo spesso come additivo in conserve, passate di pomodoro e succhi di frutta. E’ tutto ottenuto tramite biotecnologia, con un processo sostenibile, che ricicla scarti vegetali.
Si commercializza sotto forma di polvere, solubilissima in acqua ed è inodore.

La polvere che si ottiene è il 100% di acido citrico, quindi 100% efficace contro il calcare.
Viene trasportata in barattoli o buste, dal peso certamente inferiore delle bottiglie di vetro dell’aceto e che quindi richiedono meno energia per il trasporto. E comunque sono piene di 100% di prodotto attivo, non da acqua inutile allo scopo.

 

Ora, sento già i commenti: che male farà il mio bicchiere di aceto messo nel bollitore per decalcificare?

Ci sarà il depuratore che penserà ai miei scarichi! Sarà sempre meglio che usare gli scioglicalcare commerciali.

Concordo che le nostre scelte per la sostenibilità sono una misera goccia nel mare se non vengono intraprese azioni governative in grande scala e su molti fronti.
Ma, nel mio piccolo, se devo scegliere una molecola per autoprodurmi uno scioglicalcare, con lo scopo di non comprare un prodotto commerciale (per evitare di accumulare flaconi di plastica, risparmiare, non respirarmi assurdi profumi, ecc.) allora preferisco una sostanza:
che è attiva al 100%,

che è meno corrosiva,

che richiede meno energia per il trasporto,

che ha un valore di impatto ambientale calcolato scientificamente più basso,

Questa sostanza è l’acido citrico.

(E infine, per precisare: l’anticalcare commerciale più famoso in commercio contiene citrico e non acetico…curioso vero?)

 scritto da SARA ALBERGHINI - mamma chimica

 

Qui gli articoli di Fabrizio Zago sull’Impatto ambientale del citrico vs l’acetico e sulla differenza di potere corrosivo dei due acidi.

https://www.ecobiocontrol.bio/magazine/impatto-aceto-verso-acido-citrico/

https://www.ecobiocontrol.bio/magazine/corrosione-metalli-acido-citrico-vs-acetico/

Fabrizio Zago è un chimico industriale, consulente Ecolabel ed esperto di detergenza e cosmesi efficace e sostenibile. E’ l’ideatore del forum e dell’unico biodizionario originale e completo Ecobiocontrol

 

Bio di Mammachimica
Sono Sara Alberghini, laureata in Chimica, ex nuotatrice ex ricercatrice ora mamma a tempo pieno.
La chimica è la mia passione, divulgarla il mio impegno.
Il mio motto: “la conoscenza è “potere”, potere di scegliere, di sperimentare, di non farsi prendere per i fondelli dalla pubblicità, di decidere se volere un prodotto completamente verde-bio-eco-vegan-etico o trovare un buon compromesso o addirittura fregarsene, ma essere “consapevoli” di questo.
Ho pubblicato un e-book sulla buona chimica chiamato “Mammachimica”, con la collaborazione di Fabrizio Zago. Lo trovate qui.

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